Rimborsi TARI: una strada possibile?
Il Dipartimento Finanze del Ministero dell’Economia ha definitivamente chiarito la modalità di calcolo della tassa comunale sui rifiuti, detta “amichevolmente” TARI, specificando che, in presenza di errori di calcolo, è possibile richiedere il rimborso, ma solo a partire dal 2014.
I comuni calcolano, in genere, la TARI in base al costo del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti, ribaltandolo poi sugli utenti finali. Anche se, come stabilito (Circolare), molti cittadini hanno pagato di più perché i comuni hanno sbagliato a calcolare la parte variabile della TARI, il costo del servizio non cambia e quindi è probabile che la tassa verrà corretta verso l’alto di una percentuale che comprenda anche i rimborsi che dovranno essere erogati in favore di quei cittadini che hanno pagato più del dovuto.
Per quanto riguarda, in particolare, l’istanza di rimborso in parola, si fa presente che la stessa deve essere proposta, a norma dell’art. 1, comma 164, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, entro il termine di cinque anni dal giorno del versamento.
L’istanza, che non richiede particolari formalità, deve però contenere tutti i dati necessari a identificare il contribuente, l’importo versato e quello di cui si chiede il rimborso nonché i dati identificativi della pertinenza che è stata computata erroneamente nel calcolo della TARI.
Sperem!